I restauri della basilica di Sant’Andrea a Mantova
Stanno terminando in
questi giorni i restauri delle strutture interne della basilica
di Sant’Andrea a Mantova, iniziati alla fine del 2008 e frazionati
in tre lotti: il primo comprendeva le superfici dell’abside, del
presbiterio e i bracci del transetto, il secondo riguardava le
pareti e la volta della navata mentre l’ultimo ha interessato la
cupola (tamburo, piedritto, calotta e lanterna per un totale di
circa 3.000 mq di superficie dipinta). Pertanto l’edificio sarà
restituito a una visione rinnovata sia per gli interventi di
pulitura sull’apparato decorativo sia per l’introduzione di una
nuova illuminazione a luci led che permetterà di cogliere
l’armonia delle linee architettoniche dell’edificio e lo
splendore dell’impianto pittorico.
Gli interventi di restauro,
conservativi e manutentivi, hanno permesso di dare nuova luce
alle dorature in foglia, fissate a gommalacca sulla
decorazione. Le superfici dipinte che non presentavano
sollevamenti pittorici sono state pulite prima a secco e poi a
umido mentre sulle porzioni più critiche si è intervenuti con un
preconsolidamento e con minuziose stuccature. La superficie è
stata trattata con ritocchi ad acquerello o con integrazioni
dei motivi ripetitivi.
La fabbrica della basilica di Sant’Andrea conobbe un iter lungo e
tormentato che richiese circa trecento anni di interventi
costruttivi e di restauro. Avviata nel 1472 da Luca Fancelli dopo
la morte di Leon Battista Alberti, fu portata avanti, tra diverse
interruzioni, fino all’inizio del Settecento, quando la grande
crociera del tempio era ancora priva di copertura definitiva. La
prima pietra per l’erezione della cupola è posta nel 1732 e il
progetto, affidato all’architetto e pittore piacentino Andrea
Galluzzi, allievo di Francesco Galli Bibbiena, non trova d’accordo
il Primicerio della basilica, Nicola Tasca, che nel 1733 invita a
Mantova l’abate Filippo Juvarra, già progettista della cupola
del duomo di Como. Pur in assenza di disegni e con pochi documenti
che rimandano all’esecuzione dei lavori, la paternità juvarriana
è avvalorata ancora oggi da ragioni stilistiche. La struttura
muraria, che raggiunge 70 metri di altezza e permette ancora oggi
di raggiungere la calotta attraverso una scala a chiocciola
interna, è terminata nel 1758 quando è collocata la croce in ferro
sulla copertura della lanterna.
Nel 1778 l’architetto Paolo Pozzo, direttore
della scuola d’architettura dell’Accademia di Scienze, Belle Lettere e
Arti di Mantova, è incaricato di terminare i lavori di muratura
della basilica. Nel corso degli anni Ottanta Felice Campi,
pittore mantovano, lavora con alcuni allievi dell’Accademia alle
specchiature del transetto e della navata. L’artista veronese
Giorgio Anselmi, che aveva già eseguito le allegorie della Sala
dei Fiumi in palazzo ducale, è incaricato di eseguire gli
affreschi del catino absidale della basilica con il Martiro di Sant’Andrea
e soprattutto di decorare la cupola di Juvarra, certamente la
parte più impegnativa e suggestiva dell’intero apparato
decorativo. Il bozzetto della sua opera suscitò aspre critiche da
parte dell’Accademia mantovana ma egli completò il lavoro in
pochissimi anni tra il 1777 e il 1782. Tra il gran numero di figure
rappresentate si trovano la Trinità, la Madonna, la città di
Mantova in sembianze di matrona con una corona turrita accanto ai
vasi del Preziosissimo Sangue con San Longino, figure di
patriarchi, di profeti, di santi, di padri della Chiesa, di martiri
e una schiera di angeli in cielo. Nei riquadri degli archi vi sono
le quattro parti del mondo che si piegano di fronte al Vangelo e a
fianco i frutti della Redenzione e della Predicazione. Nei quattro
pennacchi stanno gli Evangelisti.
I restauri hanno confermato le notevoli qualità
coloristiche e scenografiche del pittore che tuttavia
utilizza modelli accademici. La velocità nell’esecuzione delle
figure, prive di tracce di spolvero nonostante la vasta
superficie, non penalizza l’attenzione ai particolari, agli
effetti di luce e ombra sui panneggi e sui volti dei personaggi
rappresentati.
La vasta decorazione della cupola dello Juvarra è conclusa con l’intervento di Gaetano Crevola, professore di architettura della Reale Accademia mantovana, negli ornati del timpano e dei quattro archivolti, di Luigi Federici nelle dorature e dello stuccatore ticinese Paolo Bolla che esegue le statue di Fede, Speranza, Carità e Religione e quattro busti di profeti.
La vasta decorazione della cupola dello Juvarra è conclusa con l’intervento di Gaetano Crevola, professore di architettura della Reale Accademia mantovana, negli ornati del timpano e dei quattro archivolti, di Luigi Federici nelle dorature e dello stuccatore ticinese Paolo Bolla che esegue le statue di Fede, Speranza, Carità e Religione e quattro busti di profeti.
Sem comentários:
Enviar um comentário